Spondilolistesi, anterolistesi e retrolistesi
Utilità del trattamento chiropratico
I vostri esami radiologici hanno evidenziato una spondilolistesi, o un’anterolistesi o una retrolistesi?
Oppure semplicemente NON avete mai effettuato nessun esame, mai fatto raggi X, Tac, o risonanza magnetica della colonna vertebrale?
Quello che segue allora vi può interessare.
La spondilolistesi spiegata in modo semplice è uno scivolamento di una vertebra.
Le ossa che compongono la nostra schiena, le vertebre, dovrebbero essere perfettamente allineate una sull’altra, ma quando una scivola in avanti rispetto a quella sottostante si chiama anterolistesi, se scivola posteriormente retrolistesi.
Come ricorda il Dr Andrea Clementoni: negli Stati Uniti, nelle Università dove si studia chiropratica, ma lo fanno anche i neurochirurghi, si distingue tra anterolistesi e retrolistesi, dando rilevanza alla direzione di scivolamento vertebrale, in Italia generalmente si parla di spondilolistesi.
In caso di anterolistesi a volte si ha lisi dell’arco posteriore della vertebra.
A causa di questa ‘rottura’ di una porzione ossea della vertebra il corpo della vertebra può scivolare in avanti e si può avere instabilità vertebrale.
Anche nella retrolistesi c’è instabilità vertebrale perché il disco intervertebrale è ‘rovinato’ e non consente alla vertebra sopra e sotto di esso di mantenere il loro corretto allineamento.
Le vertebre sono formate da un corpo e un arco posteriore. Tutti i corpi delle vertebre, gli uni sugli altri, formano la colonna vertebrale. Tra ogni corpo c’è un disco, quello che si può erniare e dar luogo all’ernia del disco.
Invece tutti gli archi posteriori messi in fila l’uno sull’altro formano il “canale vertebrale” che alloggia il midollo spinale.
Se un disco tra i due corpi è danneggiato e non “regge più” e/o si rompe l’istmo vertebrale ovvero l’arco posteriore (lisi) accade che una vertebra (con tutte quelle sopra di lei) può scivolare in avanti e quindi si ha anterolistesi.
Dopo un’accurata prima visita si consiglia di eseguire gli esami radiologici appropriati.
E’ consigliabile eseguire almeno alcune lastre della colonna vertebrale lombare anche in assenza di sintomi perché il problema può sussistere senza dare al momento alcun problema. Si calcola che tra il 7 e 8% delle persone presenti spondilolistesi.
Buona parte di queste persone non lo sa e assai di rado i medici di base prescrivono esami radiologici e in particolare proiezioni lombari oblique in ortostatismo rendendo a volte più difficile l’individuazione del problema.
La percentuale di persone che possono avere spondilolistesi aumenta enormemente tra le persone che fanno o facevano sollevamento pesi, lavori pesanti, persone che fanno o hanno fatto ginnastica artistica o quelle in generale che per il tipo di attività svolta subiscono traumi ripetuti alla colonna vertebrale. Ma spesso il problema è semplicemente congenito, vale a dire che si ha fin dalla nascita senza saperlo.
In generale il problema che la spondilolistesi pone (sia essa anterolistesi che spondilolistesi) è l’instabilità vertebrale.
La soluzione che un chiropratico esperto può offrire è la miglior stabilizzazione possibile della colonna vertebrale, utilizzando tecniche chiropratiche specifiche indolori e senza far uso di farmaci o iniezioni.
Il Dr Andrea Clementoni, grazie all’esperienza acquisita negli Stati Uniti ha sviluppato una tecnica specifica che dà generalmente ottimi risultati in termini di stabilizzazione vertebrale, riduzione o eliminazione del dolore e dei sintomi.
Con un quadro di instabilità il sistema neuro-muscolo-scheletrico mette in atto diversi accorgimenti di compenso. Articolazioni più o meno distanti dall’anterolistesi vengono a subire stress meccanici e sovraccarichi con conseguenti blocchi articolari.
Questi blocchi possono essere trattati, ridotti o risolti con tecniche manipolative e non manipolative chiropratiche altamente specifiche e accurate.
Scopo del trattamento chiropratico è ristabilire le corrette funzioni neuro-motorie che concorrono al rafforzamento e alla stabilizzazione non solo della spondilolistesi ma di tutta la colonna vertebrale, facendo si che tutti i nervi “lavorino” nel miglior modo possibile.
La stabilità vertebrale è infatti un compito assegnato ai muscoli. Considerando la sola colonna lombare ben possiamo dire che è protetta da molti muscoli.
L’alternativa per ridare stabilità alla colonna vertebrale in presenza di anterolistesi o spondilolistesi è la chirurgia.
Il chirurgo effettua la stabilizzazione riallineando e fissando la vertebra scivolata tra quella superiore e quella inferiore. Vengono in genere usate viti speciali. Se c’è stenosi (riduzione) del canale vertebrale, come spesso accade per i fenomeni di artrosi che si accompagnano (si formano delle specie di ‘stalattiti ossee’ all’interno della colonna vertebrale), si prova a correggerla.
Il Dr. Clementoni non è contrario in sé e per sé alla chirurgia, spesso però si è riscontrato che anche in presenza di iniziale indicazione chirurgica il paziente ha potuto evitare l’intervento e ristabilirsi con il trattamento chiropratico specifico.
Questo con eliminazione dei rischi della chirurgia, dell’anestesia, dei tempi di recupero e con costi inferiori. I chirurghi che tengono alla salute del paziente lo sanno e per questo inviano pazienti a provare la soluzione del chiropratico esperto prima di consigliare la soluzione chirurgica. Purtroppo ancora molti chirurghi in Italia in assoluta in buona fede non consigliano il chiropratico semplicemente perché non sanno cosa faccia un chiropratico! Spesso non conoscono nessuna delle tecniche chiropratiche insegnate nelle Università americane e anzi pensano che il chiropratico ‘manipoli proprio la vertebra instabile’ aumentando il problema, quando invece questo non avviene mai (salvo si vada da ‘manipolatori’ improvvisati).
Va detto anche che spesso dopo qualche anno dall’intervento chirurgico si riscontra che il paziente tende a tornare dal chiropratico per il riacutizzarsi dei sintomi. Per questo si hanno molti pazienti che hanno subito intervento chirurgico di stabilizzazione della spondilolistesi che sono in trattamento chiropratico.
Si aggiunga che per il trattamento chiropratico il problema non è l’età: il recupero è sempre possibile ad ogni età purché si intervenga per tempo. Anche la presenza di osteoporosi non è una controindicazione. La professione chiropratica adotta specifiche cautele nella scelta del trattamento in presenza di paziente osteoporotico.
Dopo un certo numero di trattamenti chiropratici specifici (da 6 a 15 a seconda del caso, 1 o 2 volte a settimana) il paziente ha una sensibile riduzione o eliminazione dei sintomi e comincia ad avere un pieno recupero motorio. Ovviamente il paziente dovrà eseguire i semplici esercizi che a quel punto saranno diventati facilmente eseguibili e astenersi da comportamenti errati.
Tutto questo verrà sempre spiegato nel dettaglio.
Il paziente ristabilito capisce facilmente l’utilità di un trattamento periodico per mantenere i risultati raggiunti e non incorrere in ricadute.