Protrusione Discale, Discopatia e Chiropratica

In genere scopriamo  di avere una discopatia solo dopo che un mal di schiena continuo o ricorrente ci ha costretti ad andare da uno specialista che ha prescritto esami radiologici.

Fatti i raggi X e la risonanza nel referto si leggono parole quali:

  • protrusione del disco (più comunemente L4-L5 e L5-S1)
  • bulging del disco
  • discopatia
  • spazi discali ridotti

E’ il momento in cui ci si allarma anche in modo esagerato.

protrusione discopatia

Se ci fosse stata una valutazione chiropratica esperta prima che i sintomi si manifestassero sarebbe andata in un altro modo, ma anche qui siamo ancora in tempo a prevenire problemi maggiori

Cosa è la protrusione discale?

La più comune discopatia (degenerazione del disco intervertebrale) è la protrusione.

E’ molto comune e spesso non dà nessun sintomo per lungo tempo.

In pratica il disco comincia a fuoriuscire, non è ancora un’ernia del disco, ma se comincia a contattare le radici nervose allora può dare disturbi analoghi a quelli dell’ernia del disco:

mal di schiena lombare o cervicale, che può interessare la gamba a causa del coinvolgimento del nervo sciatico (sciatalgia) o altri nervi (crurale, se si sente dolore nell’inguine, ulnare o mediano se dolore e formicolio interessano il braccio o la mano), e vi può essere anche sensazione di addormentamento degli arti o debolezza muscolare.

Il dolore potrebbe aumentare con il movimento oppure stando seduti, e aumentare con colpi di tosse o quando si è seduti sul gabinetto. A volte si pende da un lato e la schiena è ‘storta’, altre si ‘pende in avanti’ e non si riesce a ‘tirarsi su’.

Cosa fare se c’è protrusione discale?

La valutazione del chiropratico esperto è utile per capire se la causa dei problemi che abbiamo è davvero la protrusione discale.

Spesso infatti la protrusione è l’effetto e non la vera causa del problema.

Se c’è una sublussazione vertebrale, vale a dire una disfunzione neuromuscolare, che può essere anche lontana dall’area della colonna vertebrale in cui la risonanza magnetica ha rilevato la protrusione, si deve intervenire sulla causa primaria.

Per fare un esempio: se il problema prioritario è nel disallineamento del bacino, non si riuscirà a intervenire in modo efficace su una protrusione cervicale limitando il trattamento al collo.

Se il problema sottostante principale fosse  la malocclusione dentale, pur essendo un problema più raro di quanto si pensi, se non si interviene a risolvere questa disfunzione non basterà trattare la colonna vertebrale e i problemi tenderanno a tornare.

Il chiropratico esperto individua la causa primaria e poi corregge le disfunzioni a qualunque livello della colonna vertebrale, dello scheletro e del sistema nervoso per ristabilire in modo naturale il corretto equilibrio e fermare o rallentare la degenerazione dei dischi intervertebrali, prevenendo l’ernia del disco.

Il Dr Clementoni da sempre collabora con altri specialisti (in particolare ortopedico, medico sportivo, dentista) per garantire il trattamento migliore possibile.

Quali sono le cause della discopatia?

Un movimento insignificante come chinarsi a raccogliere qualcosa può far precipitare la situazione, senza essere la vera causa.  Le più comuni occasioni che scatenano il dolore sono i movimenti forzati e bruschi della colonna, le cadute, il sollevamento di un peso con rotazione del busto.

In realtà le vere cause sono precedenti all’episodio che scatena i sintomi.

Si verifica un mutamento nella struttura del disco, il quale protrude nel canale vertebrale contenente il midollo spinale e va a premere sui nervi che in quel punto fuoriescono dalla colonna. Spesso è coinvolto il nervo sciatico, che essendo un nervo molto grande, facilmente si infiamma, e si ha sciatalgia.

Il chiropratico, dopo un attento esame neuro-fisiologico ed un’analisi delle radiografie (nelle università di chiropratica si insegnano, oltre a quelle classiche, metodiche di valutazione delle radiografie del tutto uniche), attua un trattamento specifico che può ridurre i sintomi dolorosi, favorendo un recupero più rapido.

Altre condizioni degenerative della colonna vertebrale sono la spondilolistesi e il canale vertebrale ristretto (stenosi del canale vertebrale).

Va detto che a volte si è in presenza di reale stenosi del canale vertebrale quando l’osteoartrosi causa la formazione di osteofiti all’interno del canale vertebrale. E’ come se si formassero delle stalattiti o stalagmiti all’interno di una grotta. Le dimensioni e la forma del canale vertebrale subiscono sempre qualche modifica negli anni. Ma in condizioni normali, i forami vertebrali lasciano fuoriuscire senza problemi i nervi che partono dal midollo spinale. Quando i forami divengono più ‘piccoli’ ci può essere compressione dei nervi e anche dolore. Il restringimento da stenosi spinale può coinvolgere anche il midollo spinale, che va a “invadere” lo spazio nel canale vertebrale.

In realtà altre volte si legge nel referto della risonanza o della tac che vi è restringimento o stenosi del canale spinale in condizioni dove si ha semplice disallineamento vertebrale che il chiropratico esperto può correggere con relativa facilità, in modo naturale e senza provocare dolore o rischi particolari per il paziente.

Vale la pena consultare un chiropratico esperto se il referto dell’esame radiologico riporta ‘stenosi o restringimento del canale midollare’.

Anche perché la soluzione alternativa suggerita è quasi sempre molto più invasiva: per anni si è praticata la laminectomia, che consiste nel taglio chirurgico delle vertebre per ‘allargare il canale’ vertebrale e fare così ‘spazio’ ai nervi e al midollo spinale.