Ernia del disco cervicale e spondilolistesi lombare: a Novara e a Bergamo
La storia del mese di due pazienti che avevano alcuni dei problemi che il Dr Clementoni ha in trattamento abitualmente.
Caso tipico del mese n 1 nello studio di Novara
Ernia del disco cervicale, ma non solo….
Anna, 52 anni
Professione psichiatra
riferiva da oltre tre mesi cervicalgia, dolore toracico con irradiazione dorsale formicolio persistente in 3 dita della mano destra.
Dolore peggiorato dalla posizione seduta.
Visionati Raggi x del rachide cervicale richiesti dal medico di base: riduzione fisiologica lordosi cervicale, magaapofisi trasverse di C7 e abbozzo di costa cervicale. Tutti aspetti non presenti nel referto radiologico.
La paziente riferiva di due vecchi incidenti stradali senza apparenti conseguenze e una frattura della tibia all’età di 8 anni.
Dopo esame clinico e valutazione chiropratica, rilevata riduzione riflessi osteotendinei e debolezza di alcuni muscoli, in particolare deltoide destro, in accordo con medico curante si richiedeva risonanza magnetica rachide cervicale.
In risonanza magnetica si rilevava: diffusa osteofitosi con ‘restringimento del canale midollare a livello di C6’, Protrusione C5-C6, Ernia del disco C6-C7, e protrusione C7-D1
Elettromiografia già ordinata da uno specialista rilevava sofferenza a livello del nervo mediano destro.
Prima del trattamento chiropratico la paziente aveva assunto inizialmente Tachipirina e poi Contramal, Ibuprofene, per arrivare a Muscoril + Voltaren, che riferisce le hanno causato con il passare del tempo problemi gastrointestinali.
Si rivolge al chiropratico dopo aver interrotto uso di farmaci non steroidei perché non vuole sottoporsi alle proposte infiltrazioni di cortisone, né alla paventata eventuale chirurgia del tunnel carpale.
Le viene proposto un iniziale ciclo di trattamento di 10 sedute, in cui si spiega verranno eseguiti trattamenti chiropratici specifici non solo a livello cervicale, ma anche lombosacrale, a causa di disfunzioni rilevate anche a questo livello, che sebbene non sintomatiche possono aver influito indirettamente sulla sua condizione. Questo specifico problema era probabilmente dovuto alle due gravidanze e alla frattura della gamba da bambina.
Dopo la prima seduta di trattamento chiropratico riferisce un moderato aumento dei sintomi.
A partire dalla sesta seduta importante riduzione di tutti i sintomi con netto miglioramento della mobilità dell’intera colonna vertebrale, del braccio e della mano.
All’ottava seduta visti gli ottimi risultati e la forza muscolare ristabilita si decide di posticipare le previste sedute successive con cadenza bisettimanale.
La paziente, soddisfatta, è ora in trattamento di mantenimento dell’acquisito ristabilito benessere con cadenza mensile con l’obiettivo di proporre trattamento di mantenimento ogni 2-3 mesi.
CASO tipico del mese n 2 nello studio di Bergamo
Spondilolistesi della quinta vertebra lombare
Adriano, 33 anni
Professione: informatico
Si presenta in studio riferendo dolore lombare ricorrente da tre anni con irradiazione alla gamba destra fino al ginocchio e formicolio al piede destro.
Il paziente non ha mai avuto incidenti stradali, fratture o traumi. Da anni pratica body building e ciclismo a livello amatoriale.
Porta in visione raggi X della regione lombare. Nel referto si legge: ‘nessun segno di frattura. Metameri del rachide lombare correttamente allineati e spazi discali integri.’
Nell’osservare attentamente i raggi X si nota però un lieve disallineamento della quinta vertebra lombare che appare spostata anteriormente rispetto alla vertebra superiore.
Si spiega al paziente che potrebbe trattarsi di anterolistesi o spondilolistesi. In accordo con il medico curante si propone di eseguire i raggi X in posizione ortostatica (cioè in piedi) richiedendo anche le proiezioni oblique.
Effettuati i raggi X con le modalità prescritte nel nuovo referto radiologico si legge: Spondilolistesi di L5 con lisi istimica. Se le condizioni cliniche lo richiedono, esame da integrare eventualmente con TAC o RM.
Si spiega al paziente cosa è la spondilolistesi (per approfondire: spondilolistesi), approfondendo in dettaglio il suo caso personale.
Il paziente decide di tornare dal medico di base che lo invia inizialmente al medico fisiatra che a sua volta lo invia dallo specialista ortopedico.
A seguito di visita ortopedica viene proposto al paziente un intervento chirurgico con inserimento di viti in titanio per stabilizzare le vertebre a causa dello scivolamento. Avrà bisogno di TAC, risonanza magnetica e Elettromiografia per poter procedere.
Il paziente ci richiama e torna da noi per chiedere consiglio.
Gli si spiega che abbiamo molti pazienti in trattamento chiropratico che presentano spondilolistesi con o senza lisi istmica di vario grado (circa il 5% dei nostri pazienti) e che solo nei casi più gravi è necessaria la chirurgia.
La tecnica di trattamento sviluppata dopo gli studi di chiropratica in USA in genere dà buoni risultati, ed è assolutamente indolore. Non si interviene mai direttamente sulla vertebra scivolata e questo evita ogni possibile complicazione o rischio.
Si precisa comunque al paziente che poiché l’instabilità vertebrale è sempre presente si devono effettuare trattamenti periodici per mantenere i risultati acquisiti ed eseguire tutti gli esercizi specifici che verranno indicato per ridurre il rischio che il problema si ripresenti.
Si spiega anche che lo scivolamento vertebrale lombare porta spesso con sé un’ernia del disco lombare.
Il paziente decide di sottoporsi al piano di trattamento chiropratico specifico proposto.
Nelle prime settimane si rilevano debolezze importanti soprattutto dei muscoli PSOAS e quadrato dei lombi. Si spiega al paziente che la debolezza è dovuta a disfunzioni della regione lombare che si tenterà di correggere.
Oltre al trattamento si spiega al paziente quali movimenti deve evitare e gli si danno indicazioni anche per gli allenamenti in palestra.
Dopo circa 6 settimane riferisce che ha ancora un po’ di dolore lombare, ma totale remissione della sciatalgia e del formicolio. In nessuna settimana ha avuto uno dei suoi classici ‘colpi della strega’ in cui ‘rimaneva bloccato in avanti’. Tutti i muscoli testati in studio risultano ora forti, si può dire al paziente che siamo sulla buona strada.
Dopo due mesi il paziente si dichiara ‘pienamente ristabilito’ . Gli viene consigliato di farsi trattare dopo 4 settimane e successivamente 5 settimane. Si arriva a regime a un trattamento ogni 7 settimane.
Il paziente riferisce che dopo 6 settimane sente proprio il ‘bisogno di un tagliando chiropratico dal Dr Clementoni’.
I casi su riportati sono stati rivalutati nel mese di luglio 2019. Va precisato che ogni condizione ha sempre sue peculiariatà e che ogni caso va valutato singolarmente e personalizzato e che la collaborazione con il medico curante rende più rapido ed efficace un eventuale piano di trattamento.